“Siamo l’esperimento di controllo, il pianeta cui nessuno si è interessato, il luogo dove nessuno è mai intervenuto. Un mondo di calibratura decaduto. (…) La Terra è un argomento di lezione per gli apprendisti dei.” Carl Sagan

fantascienza

Bruce Sterling e “Fanta-Scienza 2”:

Bruce Sterling a proposito di “Fanta-Scienza 2”:

T. Ventura: “It’s a labor of love, right? What they call a passion project.”
B. Sterling: “Well, it’s just flat-out literary. It’s about advancing the genre and increasing interchanges between fiction writers and actual science people. It’s like, the two wings of science-fiction: science and fiction. Without the one or the other, they don’t actually fly…”

Progetto a cura di Marco Passarello, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia.


Tutti gli ebook della collana Atlantis in offerta per un mese a 0,99€!

https://www.delosstore.it/offerte/126/solarpunk-salvare-il-pianeta-ee-possibile/

Fa parte della collana il mio romanzo breve “Spirali”, pubblicato sia come ebook singolo, sia nell’antologia “Archeologie del basso futuro” a cura di Franco Ricciardiello (disponibile in versione elettronica e cartacea): https://delos.digital/9788825417906/spirali


Ultima recensione in ordine cronologico:

“Fra le tante donne italiane della nuova fantascienza da tener d’occhio (a dir poco) Serena Maria Barbacetto è in vetta.

Andiamo per ordine.

L’antologia si apre con «Solarpunk Timeline, cronologia del movimento solarpunk dal 2008 a oggi», curata da Franco Ricciardiello: un’utile carrellata, forse un po’ troppo dettagliata.

Poi «Spirali» di Serena Maria Barbacetto. Chi inizia a leggere pensa subito: “ma quant’è brava” e dopo un po’ di pagine “bellissimo, quasi geniale”. Siccome mi hanno minacciato “mai fare spoiler” mi limito a informarvi che fra Einstein e la vera storia della nave di Teseo, fra geniali salvataggi in una stazione orbitale e nonne, fra la semi-vita e la necessità di «chiudere il cerchio», fra Om e l’intellligenza artificiale, fra la legge di Murphy e la «catastrofe di Kessler» … si impara anche quanto sia importante distinguere tra cotiledoni e foglie.”
https://www.labottegadelbarbieri.org/archeologie-del-basso-futuro/




Fanta-Scienza 2 @IIT

Il mio racconto intitolato “Il morbo”, che potrete leggere nel secondo volume dell’antologia assieme all’intervista all’esperta di robotica Alessandra Sciutti, è ambientato nel prossimo futuro in California, dove mi trovavo quando l’ho scritto, e trae ispirazione da un interrogativo: “Cosa accadrebbe a una società che dipende economicamente, logisticamente e psicologicamente dalle intelligenze artificiali per espletare le proprie funzioni più essenziali (comprese la maternità, l’assistenza ai disabili e la produzione artistica) se queste ultime venissero meno all’improvviso?”

Per approfondire, vi invito ad ascoltare le interviste realizzate in occasione della presentazione dell’antologia “Fanta-Scienza 2” presso l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova:

https://www.askanews.it/video/2022/12/05/scienza-e-fantasia-nove-racconti-ispirati-dalle-ricerche-iit-20221205_video_14251225


Immagini pubblicate dall’IIT di Genova:
https://www.facebook.com/IITalk/posts/pfbid0sepD648otM22y2GNc5SZ3sA9GXKD3h7FqnUwKZXyPMp4DRSWuWzaM5FN9kzsFGWgl


“Il Fiore della Quintessenza” finalista al Premio Vegetti 2022!

Dopo che le antologie “Mondi Paralleli” e “Assalto al Sole” (Delos Digital) sono risultate rispettivamente vincitrice e finalista del Premio Italia 2021 e l’antologia “Fanta-Scienza” (Delos Digital) è arrivata in finale al Premio Italia 2020, mi è stato appena comunicato che un altro bellissimo progetto cui ho partecipato di recente, “Il Fiore della Quintessenza” (Ali Ribelli Ed.), è uno dei tre finalisti del Premio Vegetti 2022. Faccio i complimenti al curatore e agli altri autori e resto in attesa della decisione finale della giuria!

https://www.worldsf.it/?p=3996


“Spirali”: il mio contributo all’innovativa collana “Atlantis”

https://www.fantascienza.com/27328/la-complessa-bellezza-della-spirale-secondo-serena-barbacetto

Il romanzo breve “Spirali” esce come opera singola, ma fa parte integrante dell’ambizioso progetto “Atlantis”, a cura di Franco Ricciardiello.

Booktrailer: https://www.youtube.com/watch?v=xn-ehIuGASk

Sinossi:
La Terra diffonde i suoi semi nel sistema solare. Una stazione orbitale, un’équipe scientifica, uno sciame di meteoriti: ecco gli elementi di una tragedia che va in scena nello spazio, e che cambia per sempre la vita della colona di seconda generazione Isabel Jiménez Ruiz. Da quel momento, la giovane ricercatrice si impegnerà a risolvere la complessa questione dell’autosufficienza alimentare delle colonie permanenti. Tutto congiura a indicarle che è un problema culturale prima che di risorse: il concetto di “cibo” per i coloni non è più quello dei terrestri. Isabel deve dunque andare contro il proprio istinto, e confidare sul sentimento che la lega a sua nonna Sofía, la quale per aggirare i limiti insormontabili della fisiologia e della biologia, e andare oltre l’estinzione della coscienza individuale, ha dovuto evolvere in una nuova forma di vita. Ed è proprio l’affetto della progenitrice a dimostrare a Isabel, impegnata nel nuovo, ambizioso e colossale Progetto Eden, come la natura del pianeta d’origine sia depositaria di una forza vitale e di un’adattabilità superiore a qualsiasi tecnologia di derivazione umana.



Un indizio sulla trama:


Universi paralleli: la quintessenza del “what if…?”

“E se…?”: la domanda alla base del genere che amo e che scrivo, la fantascienza.
Quando mi è stato proposto di partecipare a un progetto collettivo sugli universi alternativi/paralleli e affrontare il tema prendendo tutte le la vie tranne la più battuta (l’ucronia), ho aderito con entusiasmo. La scelta del titolo e dell’immagine di copertina scaturiscono da una lunga riflessione da parte del curatore, che potrete apprezzare leggendo l’introduzione.

https://www.fantascienza.com/27372/il-fiore-della-quintessenza-un-antologia-sul-multiverso

L’antologia “Il Fiore della Quintessenza” è attualmente in prevendita sul sito dell’editore, Ali Ribelli, e comprende un mio racconto inedito, “Debugger”.
Strane cose possono nascondersi dietro la porta d’ingresso di un anonimo appartamento appena affittato, in una New York duramente provata dalla pandemia e dal lockdown…


“Mondi paralleli”: miglior antologia italiana di genere fantastico del 2020 (Premio Italia 2021)

Come già annunciato su questo blog, due progetti cui ho partecipato sono arrivati in finale al Premio Italia di quest’anno nella categoria “miglior antologia pubblicata nel 2020”: Assalto al Sole e Mondi paralleli – Il meglio della fantascienza italiana indipendente 2019 (Delos Digital). È notizia recente la vittoria di Mondi paralleli, la più votata dai lettori, ma Assalto al Sole si è aggiudicata comunque il premio come miglior copertina/illustrazione di copertina. Una bella soddisfazione per i curatori dell’una e dell’altra, Franco Ricciardiello e Carmine Treanni, per l’illustratore Franco Brambilla e per tutti gli autori che hanno contribuito con i propri racconti, me compresa.

https://www.premioitalia.org/finalisti

Mondi paralleli, un “best of” dei racconti di fantascienza pubblicati in Italia nel 2019, comprende il mio racconto di genere fantastico/storico/horror intitolato “Incantesimo di fuoco”, già pubblicato in precedenza nell’antologia “Fantaetruria” della Carmignani Editrice, a cura di Gianfilippo Pizzo. Basato su una storia vera, è ambientato a Firenze nel 1944 e nei primi anni ’50.

Assalto al Sole comprende invece il mio racconto La semina, ascrivibile al filone “solarpunk”. Fa parte di questo sottogenere anche il romanzo breve che uscirà all’inizio dell’autunno nella collana Atlantis della Delos Digital, provvisoriamente intitolato Spirale.

Buone vacanze a tutti e buona lettura!


Di nuovo in finale al Premio Italia!

Due antologie in finale al Premio Italia: “Assalto al Sole” e “Mondi paralleli – Il meglio della fantascienza italiana indipendente 2019” come miglior antologia, oltre alla stessa “Assalto al Sole” come miglior copertina/illustrazione di copertina… Una bella soddisfazione! 😊
Complimenti ai curatori Franco Ricciardiello e Carmine Treanni, all’illustratore Franco Brambilla e agli altri autori che hanno partecipato assieme a me a questi due bellissimi progetti!

https://www.fantascienza.com/26829/premio-italia-2021-i-finalisti


“Assalto al sole” sul Corriere della Sera

L’antologia solarpunk “Assalto al sole” (Delos Digital, 2020) è stata citata in un bell’articolo pubblicato sul Corriere di oggi, 2 novembre 2020:

https://www.delosstore.it/delosbooks/53278/assalto-al-sole/

https://www.amazon.it/Assalto-al-sole-Franco-Ricciardiello-ebook/dp/B08JGD88GT


Assalto al sole!

Il 22 settembre uscirà per la casa editrice Delos Book un volume curato da Franco Ricciardiello“Assalto al sole”, la prima antologia solarpunk di autori e autrici italiani (Davide Del Popolo Riolo, Stefano Carducci e Alessandro Fambrini, Serena M. Barbacetto, Romina Braggion, Silvia Treves, Nino Martino, Lukha B. Kremo, Franci Conforti, Giulia Abbate, Franco Ricciardiello). Il volume sarà presentato in anteprima il 20 settembre alla Loving the Alien Fest di Torino.

Per saperne di più:
https://ricciardielloblog.wordpress.com/2020/09/07/assalto-al-sole-la-prima-antologia-del-solarpunk-italiano/


Presentazione dell’antologia “Fanta-Scienza” a Genova, 13 febbraio 2020

Appuntamento oggi alle 18:30 @ The Honey Bar di Genova (via del Prione 30):

https://www.genovatoday.it/eventi/presentazione-antologia-fanta-scienza.html

https://www.fantascienza.com/25546/la-dolcezza-della-fanta-scienza-oggi-a-genova

https://www.rainews.it/tgr/bolzano/video/2019/12/blz-Fanta-scienza-otto-racconti-libro-di-Marco-Passarello-273e5859-0320-4174-835c-c613d002776e.html

http://www.lavocedigenova.it/2020/02/13/mobile/leggi-notizia/argomenti/cultura-4/articolo/fanta-scienza-le-ricerche-di-iit-diventano-letteratura-presentazione-dellantologia-a-genova.html

https://facebook.com/events/the-honey-bar/presentazione-dellantologia-fanta-scienza/626313574796161/

 

 


“Overclock”, “Fanta-Scienza” e “Marte nostrum” in offerta a 99 cent!

https://www.delosstore.it/ebook/50040/overclock/

https://www.delosstore.it/ebook/52678/fanta-scienza/

https://www.delosstore.it/ebook/50039/marte-nostrum/


Sterling, Corey e Tonani a Lucca Comics & Games 2019

Venerdì 1° ottobre ho avuto la fortuna di partecipare a “Cyberpunk come movimento letterario”, un seminario tenuto da Bruce Sterling e riservato a scrittori di fantascienza e altri “addetti ai lavori”, nell’ambito del programma Educational di Lucca Comics & Games 2019. Un’interessantissima occasione di confronto a tu per tu con uno dei fondatori del movimento Cyberpunk, al quale abbiamo potuto rivolgere tutte le domande che volevamo.

Nel primo pomeriggio si è tenuta al Teatro del Giglio la tavola rotonda “Quando un disco volante atterrò a Lucca!”, cui hanno partecipato Sterling stesso, James S. A. Corey (pseudonimo dei due autori della saga di “The Expanse”), Dario Tonani, Licia Troisi (in veste di moderatrice) e Federico Carmosino.

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Bruce Sterling ha condiviso su Tumblr il CS dell’antologia “Fanta-Scienza”

Il comunicato stampa (Ita/Eng) dell’antologia “Fanta-Scienza” (Delos Digital, 2019) è stato condiviso su Tumblr da Bruce Sterling, uno dei padri fondatori del movimento cyberpunk, venuto a conoscenza del progetto in occasione di Lucca Comics & Games.

Un vero onore!


Antologia “Fanta-Scienza” (comunicato stampa)

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“Fanta-Scienza”: un nuovo progetto editoriale a cavallo fra ricerca scientifica e speculative fiction

Sono lieta di annunciare la mia partecipazione a un altro progetto editoriale di Delos Digital, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, il giornalista RAI Marco Passarello (in veste di curatore) e alcuni dei migliori nomi della fantascienza italiana di oggi. Maggiori informazioni saranno disponibili nei prossimi giorni: iscrivetevi alla pagina Facebook o tenete d’occhio questo blog per rimanere aggiornati!

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Comunicato stampa:

È arrivato il momento del grande annuncio.
Sta per uscire “Fanta-Scienza”, un’antologia diversa dal solito.

Il punto di partenza sono state otto interviste con ricercatori dell’ISTITUTO ITALIANO DI TECNOLOGIA, che ci hanno parlato dei possibili sviluppi futuri del loro campo: Francesco Nori per la robotica, Marco De Vivo per la chimica farmacologica, Barbara Mazzolai per la tecnologia bioispirata, Paolo Decuzzi per la medicina di precisione, Guglielmo Lanzani per l’elettronica indossabile, Alberto Diaspro per la microscopia, Athanassia Athanassiou per i nuovi materiali, Davide De Pietri Tonelli per la biologia cellulare.

Da ognuna di queste interviste uno scrittore di fantascienza si è lasciato ispirare per scrivere un racconto. Hanno partecipato Paolo Aresi, Serena M. Barbacetto, Franci Conforti, Alessandro Forlani, Lukha B. Kremo, Marco Passarello, Alessandro Vietti, Andrea Viscusi e, con un racconto “speciale”, Piero Schiavo Campo.

La copertina è del mitico Franco Brambilla.

A breve avete notizie sull’uscita del libro, sulle presentazioni, e sul contenuto!


Spunti di lettura (e di riflessione)

Due interessantissimi articoli di Fabio Deotto su fantascienza, distopia e “realismo aumentato”, filoni letterari e cinematografici che spesso soffrono di una sistematica distorsione “retrofuturistica” tendente a mostrare ciò che avrebbe potuto andare storto, non ciò che sta già andando storto:

http://www.linkideeperlatv.it/il-futuro-scaduto-delle-distopie/?utm_content=buffer8fc50&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer

https://www.iltascabile.com/letterature/tempo-realismo-aumentato/


Verso l’infinito e “Oltre”!

Visti i nomi in squadra, sono davvero lieta di annunciarvi il nuovo progetto cui ho aderito: “Oltre – Storie dal futuro”, una bella antologia di racconti di fantascienza i cui proventi andranno tutti a Centro di riabilitazione pediatrica “ALYN” di Gerusalemme:
https://www.facebook.com/305126206403/videos/10152929332511404

 

Lista degli autori e dei titoli:

Serena M. Barbacetto – Libertus
Valentina Capaldi – Il dono
Emanuele Corsi – Diversità elettive
Laura Costantini/Loredana Falcone – Anuhea – L’interrogatorio
Marta Duò – Fantasmi moderni
Emilio Ilardo – La difficoltà di commemorare
Gianluca Morozzi – Sisifo Meccanico
Mario Pacchiarotti – Cena vegana
Ilaria Pasqua – Tentacoli
Lorenzo Sartori – New Atlantis
Federica Soprani – Il sogno della farfalla
Dario Tonani – AltroDove
Diego Tonini – Spiriti della rete
Alessandro Vietti – La sindrome Asimov
Lavinia Pinello/Andrea Chiarvesio – Evolution

L’antologia sarà presentata a Stranimondi il 14 ottobre alle ore 16:30. Siete tutti invitati!

 

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“Diĝir” è in finale al premio Urania!

Quando ho letto la mail ricevuta da Mondadori mi sono riproposta di scrivere un post umile ma arguto, modesto ma entusiasta, infarcito di citazioni e riferimenti eruditi che testimoniassero la mia passione per il genere fantascientifico. Tre picosecondi dopo, rendendomi conto di stare saltellando come un canguro sotto gli occhi sgranati dei colleghi, ridendo come una scema e ringraziando dèi sumeri ad alta voce, mi sono detta “Chi se ne frega!” e ho continuato a gongolare senza ritegno. In ufficio hanno disperatamente bisogno di una collaboratrice sana di mente almeno fino alla fine del mese, ma sanno già che Lady Machine Gun non riesce a fingersi tale per una giornata intera. Vedendomi così felice, probabilmente hanno temuto che mi mettessi a sparare salve in aria o li coinvolgessi in qualche stunt pericoloso.

A distanza di qualche ora, faccio le mie più sincere congratulazioni agli altri quattro finalisti, e con calma serafica, spirito zen e un po’ di sano cameratismo auguro loro: “In bocca all’alieno!”.

http://www.fantascienza.com/22552/premio-urania-i-finalisti-2016

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L’Umanità permeabile

 

schermata-2017-02-22-alle-17-29-32Osmotic growth – by kelemengabi (Flickr)

Potremmo chiamarla in molti modi, l’Era osmotica, l’Età del disequilibrio, l’Epoca dell’ibridazione, ma qualunque nome le sia dato in futuro, è già qui, ed è qui per restare. Al varco c’è il superamento del Sistema di Pensiero (le maiuscole sono d’obbligo, in questo caso) che ha innescato e guidato le precedenti rivoluzioni civili e filosofiche, plasmando buona parte del paesaggio socio-economico che oggi ci circonda.

L’Umanesimo pone l’Uomo al centro, collocandolo come soggetto agente in uno spazio creativo sempre più vasto, a sua totale disposizione. Gli dèi si ritirano ai margini di questo spazio, sospinti sempre più indietro, e i grandi filosofi li danno per morti: non si ha “più bisogno di quell’ipotesi”, per esplorare il mondo e ciò che ha da offrire.

Dalle macerie di questo terremoto antropologico l’Uomo emerge in una posizione unica di predominio, con tutto un mondo a disposizione per esercitare la sua capacità trasformativa: quale unico soggetto in grado di auto-determinarsi e di “emanare” creazioni, modifica l’ambiente circostante, il cui ruolo è puramente strumentale, ed è una relazione a senso unico, priva di feedback, con al centro un’entità “pura” e autonoma che agisce in base al proprio libero arbitrio senza lasciarsi contaminare.

Peccato che tale solipsismo sia un’illusione, e un’illusione pericolosa.

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Come l’etologo R. Marchesini ci fa notare, la tecnologia non è una mera cellula probiotica che migliora le funzionalità dell’organismo umano: è un virus che penetra nelle nostre cellule e le riprogramma dall’interno. L’Umanità (“entità” peraltro ancora tutta da definire) è in un rapporto osmotico con il mondo: la realtà la rivoluziona ontopoieticamente per contatto; la scienza e la tecnica non si limitano a soddisfarne i bisogni, ma li modificano e ne introducono di nuovi. L’innovazione tecnica cambia i predicati e i fini dell’Homo sapiens sapiens e lo condiziona sia a livello del singolo individuo (ontogenesi) sia a livello di specie (filogenesi); apre prospettive come un crocicchio di nuove strade, ma non lo lascia libero quanto crede di scegliere quale imboccare, e una volta fattolo, non lo lascia libero quanto crede di tornare indietro o di uscire dal solco, né di adattare il passo alle sue aspettative ed esigenze, mutevoli e influenzabili anch’esse.

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Osmotic growth – Osmotic membranes

Noi esseri umani non siamo impermeabili, anche se ci piace illuderci di esserlo, e la tecnica non ci “completa”, non si limita a “servirci” passivamente, ma riprogramma le nostre menti, sviluppa abilità e ne atrofizza altre, crea dipendenza. Allo stesso modo, la Natura non si lascia soltanto “imitare”: ci mostra possibilità, apre spazi creativi che possono essere colmati anche migliaia di anni dopo. Gli uccelli ci insegnano che è possibile volare ben prima di come riuscire a farlo, rendono concepibile ciò che riusciamo tecnicamente a realizzare molto, molto tempo dopo. L’Uomo ha bisogno del mondo anche soltanto per concepire possibilità: scopriamo che esistono molti più colori di quelli che vediamo, scopriamo l’infinito, scopriamo la sfuggente essenza della materia, ma non possiamo immaginarli. Il mondo sfida continuamente la nostra immaginazione, ma è allo stesso tempo il bacino d’idee e di possibilità in nuce cui la nostra intelligenza attinge per dar forma alle proprie realizzazioni.

La società umana moderna,  influenzata prima dall’antropocentrismo delle religioni abramitiche e poi dal pensiero umanista, considera gli altri esseri viventi, la materia inanimata (confine difficile da stabilire) e gli strumenti tecnici da essi derivati come una risorsa da utilizzare, un patrimonio da possedere, sfruttare e monetizzare. Il “consumismo”, che caccia dalla porta il concetto di “limite” fatto poi rientrare dalla finestra da Boulding e altri negli anni ’60, si basa su questo.

Ancora ci illudiamo di essere qualcosa di “diverso”, qualcosa di “puro”, ma niente è puro in Natura, e noi ne facciamo parte. Come Marchesini stesso e molti filosofi (Nietzsche in primis) affermano, la purezza  è morte, la vita è contaminazione. L'”Ego cogito, ergo sum, sive existo” del Metodo cartesiano è in realtà un Io dialogante. L’isolamento solipsista dell’Io è mero onanismo, se non mera idiozia.

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Il mito della purezza e dell’auto-sufficienza porta a sfruttamento indiscriminato, razzismo, distruzione degli ecosistemi, disgregazione delle strutture sociali. Non amiamo né rispettiamo il nostro prossimo, né gli animali e le altre creature viventi, ma amiamo noi stessi attraverso di loro, semplificandoli, riducendoli alle loro componenti “meccaniche” o ai moventi che proiettiamo su di essi, per poi usarli come specchi che rimandano soltanto il nostro riflesso.

Se distruggiamo il valore relazionale del prossimo, distruggere il prossimo è soltanto il passo successivo. Un bambino deve interagire con altri adulti e bambini di persona, non attraverso uno schermo, per sperimentare l’effetto che fanno i propri comportamenti e allenare le proprie capacità empatiche: la maturazione emotiva si ha attraverso l’interazione, preferibilmente non mediata e non a distanza. È facile odiare, prima di conoscere, e le occasioni di crescita dipendono dalla “permeabilità” reciproca, che non è mera e passiva accettazione della visione del mondo e delle istanze altrui, ma attitudine all’ascolto.

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Il bambino che un tempo animava i propri giocattoli, oggi reifica il proprio gatto riducendolo a un peluche o a un “minus-habens” pseudo-umano. L’Uomo ancora crede all’Idea di “Gatto” attorno alla quale far orbitare i singoli gatti, senza aver introiettato il fatto che la Vita è un cantiere sempre aperto e ogni individuo è una possibilità che si apre sul mondo, una prova, un unicum.
Ogni specie e ogni singolo rappresentante di quella specie “s’immerge” nel mondo in modo diverso: vede parti dello spettro e colori diversi, avverte a distanza la presenza di qualcosa in base alle turbolenze dell’aria, sviluppa comportamenti in base all’istinto predatorio di un cagnolino che insegue una foglia svolazzante o a quello esplorativo e catalogativo di un bambino che raccoglie margherite in un prato.

Le varie anime del darwinismo contemporaneo c’insegnano che le concezioni antropomorfizzate della realtà sono superate, che l’idea di “Progetto” è estranea ai meccanismi della natura, e che il concetto stesso di “umano” è sfumato e ambiguo. Ci dotiamo di nuovi sensi, miglioriamo funzioni e ne perdiamo altre, ma soprattutto impariamo a concepire altre forme di vita non come “macchine” prevedibili e fatte di automatismi e singole componenti distinte, non oggetti, ma soggetti, capaci di cambiare abitudini e di apprendere ma allo stesso tempo condizionati dal fatto che più avranno la tendenza naturale a raccogliere, più spesso ne faranno esperienza. Capiamo che i processi di apprendimento devono essere anche spazi di protagonismo e di interazione.

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Per coloro che si definiscono esseri “umani” (considerando che non esiste una definizione universalmente riconosciuta di questo aggettivo, così come non esiste una definizione universalmente riconosciuta di “essere vivente”), trattasi di un’emancipazione dell’animalità, non dall’animalità. Del resto, la nostra stessa capacità creativa deriva dai nostri istinti animali, istinti che ci hanno permesso di sopravvivere in situazioni che non si ripetevano mai identiche a se stesse, e dalla titolarità che da decenni cerchiamo (con risultati sinora deludenti) d’insegnare alle macchine.

È ingenuo illudersi di dominare e “cavalcare” l’innovazione tecnica: anche se le macchine ancora non possiedono la titolarità che tanti autori di fantascienza (me compresa) hanno immaginato e paventato, non basta essere (o ritenerci) consapevoli, moderati e dotati di auto-controllo perché il loro utilizzo non riscriva le nostre menti, così come non basta essere “genitori capaci e attenti” per governare il modo in cui esse plasmano la mente duttile di un bambino. Le future generazioni saranno diverse dalla nostra e dalle precedenti, nel bene e nel male, che lo vogliamo oppure no.

Demonizzare le tecnologie e l’uso che se ne fa non porta lontano, ma non porta lontano neanche ingannare noi stessi pensando di esserne padroni, di averne il controllo, di non lasciarcene influenzare. Entro certi limiti possiamo scegliere, moderarci, oppure cercare di non lasciar atrofizzare le capacità che un giorno potrebbero esserci utili per cavarcela anche senza, ma senza illuderci di sviluppare così chissà quale immunità o privilegio prospettico.

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Un buon consiglio ce lo dà quell’acuto provocatore di Louis C. K., dicendo che siamo umani quando siamo seduti su una poltrona in silenzio a riflettere, soli con noi stessi, e non cerchiamo ossessivamente di scacciare con mille distrazioni e automatismi quello spaventoso vuoto esistenziale che riemerge dal profondo, ma lo accogliamo dentro di noi come parte essenziale (e preziosa) della nostra esistenza:

Louis C. K. e gli smartphone

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Storie di sabbia da scavare e veli da scostare

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Dopo lunghe riflessioni, ammetto che la matassa da sciogliere è piuttosto ingarbugliata e che la questione è personale, del tutto soggettiva. Tuttavia, mi riguarda sia come lettrice e spettatrice, sia come autrice, pertanto non posso ignorarla.
Parto da una domanda: qual è stato l’ultimo personaggio in un’opera di fiction di una certa lunghezza e complessità (romanzi e telefilm in primis) con cui abbiate stabilito un autentico legame empatico?
Prendetevi tutto il tempo che volete, per rifletterci.
3… 2 … 1… 1 e tre quarti… 1 e mezzo… 1 e un quarto…
Quando vi dirò la mia risposta, capirete qual è il “problema” che ho.
Apro Netflix e cerco una serie tv. Oppure frugo su Amazon.com per scaricare l’ennesimo ebook in lingua originale. Guardo il telefilm/leggo il libro. Spengo il computer/l’e-reader. Magari ho fatto una maratona, e so già perché ho le occhiaie: ero curiosa di vedere come andasse a finire (a patto che andasse a finire in qualche modo).
La curiosità è sempre stata la mia caratteristica predominante, ma dopo averla appagata, mi chiedo due cose: 1) cos’ho provato realmente; 2) cosa mi è rimasto.
Ecco, qui salta fuori il problema di cui sopra,  soprattutto quando si tratta di opere recenti di produzione americana o anche europea.
Alla seconda domanda è facile rispondere: il ricordo di un prodotto anche ben confezionato, di solito ben recitato (nel caso delle serie tv), magari con una premessa interessante e con una regia all’altezza.
Un esempio? Guardo “Stranger Things” e penso “bravissimi gli attori bambini, ben fatta la ricostruzione del periodo, gustose le citazioni, valida la regia. L’ho finito in pochi giorni per vedere dove andava a parare.” Oppure arrivo in fondo a una stagione di Game of Thrones e penso “Grandi mezzi, grandi attori, begli effetti speciali, trama intricata con cliffhanger azzeccati. Ho guardato le puntate subito dopo che erano state trasmesse perché mi chiedevo cosa sarebbe successo.”
Idem per i romanzi.
Qui però fa di nuovo capolino la prima domanda. “Cos’ho provato?”
E la risposta è quasi sempre: “Nulla.”
Attingendo al mercato made in USA potrei imbottirmi di procedural, fantasy e thriller fino alla fine dei tempi, ma al di là di un meccanismo di “agganciamento” del lettore/spettatore che funziona benissimo e che Stephen King potrebbe sviscerare tecnicamente in altri dieci volumi di “On Writing”, sono anni che non trovo sul mercato nostrano e americano qualcosa che faccia scoccare la “scintilla”. Persino serie vecchissime (e volendo anche ingenue, adolescenziali e nobilitate dal tempo) riuscivano a farmi provare qualcosina di più rispetto al mero “ho consumato un prodotto di finzione per curiosità o perché riconoscevo la perizia tecnica di chi l’aveva creato”.
Risultato? I libri continuo a leggerli, ma la mole di produzione mediatica che arriva dalle due rive dell’Atlantico mi lascia sempre più fredda, al limite del disinteresse. Questo perché mi coinvolge dal punto di vista razionale, ma emotivamente MI ANNOIA A MORTE: non provo niente per quei personaggi e per il loro percorso umano, ammesso che gli autori gliene concedano uno. Sono più “personaggi” che “persone”, per l’appunto: non mi fanno provare nessuna emozione, non toccano le corde giuste, non mi commuovono, e soprattutto in genere non mi sorprendono.
A questo punto, cerco di chiedermi perché, e mi rendo conto che questo “perché” ha delle implicazioni fondamentali anche per la mia attività di autrice.
Il problema credo che stia in una cultura della superficie e dell’insieme, ormai prevalente anche da noi, contrapposta a una cultura della profondità e del dettaglio.
Forse c’è qualcosa di antropologico, dietro, ma sarebbe un’impresa immane andare a scavare per vedere quanto siano profonde le radici.
Quando ho scoperto che altrove l’approccio e la sensibilità potevano essere diversi, e più affini ai miei, ho tirato un sospiro di sollievo: ero “strana”, per certi standard occidentali, ma almeno non ero “sola”.
Non ero l’unica a voler sollevare i veli un dopo l’altro in cerca di simbolismi, a prestare attenzione ai dettagli (certi autori usano le più sottili sfumature del linguaggio del corpo per aprire spiragli su interi mondi, altri intessono parallelismi sottili e e delicati ossimori visivi per comunicare su un gran numero di livelli), a cercare personaggi abbastanza ricchi, complessi e contraddittori da avere davvero una vita propria.
Non ero costretta a seguire una trama perché mi era imposta: al contrario, m’immergevo in una storia che sembrava costruirsi da sé, e si costruiva da sé perché i personaggi non erano lì per ricoprire un ruolo.
Francamente, detesto i ruoli. Detesto i buoni e i cattivi, i brutti e i belli, i personaggi principali e quelli secondari, l’happy ending e il sad ending. Un mondo così, per quanto ben costruito, è un mondo finto.
Forse è proprio la parola “fiction” a rischiare di spingerci nella direzione che a me (personalmente!) piace di meno.
Quello che davvero mi spaventa, è il fatto che tanti autori occidentali di genere non dimostrino più di avere fiducia nei propri lettori/spettatori: non li stimolano, non aggiungono livelli di lettura se non quelli sbattuti in faccia, non arricchiscono le proprie opere di dettagli da scoprire e assaporare. Danno per scontato che il pubblico non sia in grado di approfondire, confrontarsi, discutere, leggere fra le righe, apprezzare le sfumature piuttosto che i bianchi e neri, notare allusioni e leggere gesti, per sottili, quasi impercettibili che siano.
Sono proprio queste informazioni sepolte come gemme nella sabbia che rendono un personaggio abbastanza “vero” da farti provare qualcosa per lui: intravedi qualcosa che brilla in superficie e affondi le mani per scavare, sporcandoti quanto serve per goderti poi la ricompensa di quello che hai scoperto.

Un pubblico che non è più in grado di farlo non è il pubblico di cui voglio far parte, né il pubblico che m’interessa cercare.

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Edit: Dopo aver scritto il post, mi sono resa conto di averlo fatto canticchiando mentalmente per tutto il tempo una canzone dal titolo significativo: “Where do we go from here?” (Se volete ascoltarla anche voi, eccola: “Where Do We Go From Here” – Ruelle)
Tratte le conclusioni di cui sopra, devo dedicare a quest’interrogativo tutta l’attenzione che merita…

L’avventura continua…

Dopo l’acquisizione di Edizioni Imperium, sono lieta di iniziare una nuova collaborazione con Delos, valida casa editrice specializzata nella narrativa di genere.

In vista di progetti futuri (fra cui il prosieguo della saga di Wormhole e la nuova saga di Diĝir), tornano disponibili i due testi di fantascienza “Marte nostrum” e “Overclock”:

http://www.fantascienza.com/21653/imperium-delos-digital-online-i-primi-39-titoli

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Là fuori

In una vita precedente dovevo essere un animaletto boschivo con il naso rivolto in su a guardare le stelle.
Tutte le volte che rientro dalla montagna, ho una sensazione di estraniamento che a momenti diventa alienazione totale. Mi sento fuori posto. Le strade sono sempre strette, i suoni sono sempre rumori, la gente è sempre folla. E dire che vivo in una delle città più belle d’Italia e del mondo…
Molti nel proprio ambiente vivono tranquilli e vivono bene. Alla maggioranza degli esseri umani, quello che c’è “là fuori” non interessa, o fa paura. Al contrario, io non ne posso fare a meno. L’intero pianeta mi sta stretto: fin da quand’ero molto piccola, ho sempre voluto trovarmi “là fuori”, a guardare il mondo dall’alto e il firmamento dal basso, perché in cima a una montagna mi pare di essere un pochino più vicina a casa mia.
Se le vette sono lontane, scrivere di altri pianeti, altre specie e altri tempi è l’unica alternativa che ho per non sentirmi un paio di scarpe di cemento ai piedi e la testa chiusa in un sacco.

 

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L’antologia “Oltre Venere” al Salone del Libro

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Il 14 maggio al Salone del Libro di Torino sarà presentata “Oltre Venere”, un’antologia di fantascienza tutta al femminile cui ho l’onore di partecipare anch’io con un racconto sulla Singolarità:

La Ponga Edizioni al Salone del Libro 2016

INDIE CORNER – 24 Metri quadrati di indipendenza!

La Ponga Edizioni, insieme a Plesio, Neropress ed Echos, sarà al Salone del Libro di Torino con lo stand Indie Corner, 24 metri quadrati di libri, indipendenza e presentazioni di libri.

La casa editrice presenterà le ultime novità presso la saletta dello stand. Le coordinate? Lingotto Fiere – Padiglione 03 – Stand R30

Sabato 14 maggio :
– Ore 12.30 – Oltre Venere, a cura di Gian Filippo Pizzo